Titolo: Lacrime in collisione
Autore: Benedetta Cipriano
Serie: Autoconclusivo
Editore: Self Publishing
Data di pubblicazione: 11 Gennaio 2016
Genere: New Adult
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Probabilmente,
se vissuta insieme, la vita può fare meno paura…
Hope combatte ogni giorno contro uno stranissimo disturbo ossessivo-compulsivo, nel tentativo di mettere a tacere il dolore causato dalle delusioni passate.
Nate è un ex marine, ora istruttore di krav maga, con un ricordo ingombrante che logora la sua anima di giorno in giorno.
Eppure quando si incrociano per la prima volta, all’interno di un supermercato deserto, non possono più tornare indietro: Hope, in preda a un attacco di panico, viene soccorsa da un Nate apparso dal nulla.
Da allora, occhi negli occhi, non riescono più a fare a meno l’uno dell’altro.
Possono due anime perdute ricominciare a lottare insieme? Forse, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre speranza e possibilità di scelta?
Quando mi ritrovo a dover scrivere una recensione ad un
libro che mi ha toccato le corde del cuore, mi resta sempre difficile riuscire
ad esprimere completamente ciò che penso.
Se non conoscessi l’autrice, non mi resterebbe difficile
scambiare questo libro per un romanzo di quelli americani dalle tinte
agrodolci. Talmente carichi dal punto di vista emotivo, da lasciarti
completamente svuotata al termine della lettura.
“Lacrime in collisione” è un libro con la L maiuscola.
Un libro dove ad ogni rigo avrei potuto evidenziare una
frase, talmente sono belle le parole di Benedetta.
Il romanzo racconta la storia di Nate e Hope, due
protagonisti segnati da un passato, che lentamente li sta logorando.
Hope è diventata una ragazza fragile, nascosta dietro i
suo lunghi capelli biondi e gli abiti troppo grandi per un corpo minuto come il
suo.
A gravare sulla mente di Nate invece, ci sono i segni
della guerra. I segni di una distruzione alla quale è difficile scampare. La
guerra è qualcosa che ti cambia per sempre, ne puoi uscire fisicamente vivo ma
mentalmente distrutto, sei costretto a vedere scene alle quali non sarai mai completamente
pronto e quando davanti gli occhi ti compare l’immagine più brutta alla quale
mai avresti voluto assistere, non vivi più, ti limiti a sopravvivere.
Quello che lega Nate e Hope è proprio la sofferenza che
si portano dentro, e forse si se vissuta insieme la vita può davvero fare meno
paura.
“Basta
poco per mettere fine alla felicità. Bastano uno sguardo arrabbiato e un gesto
a far crollare una manciata di desideri, di quelli mai sussurrati, che esprimi
osservando il luccichio di una stella cadente, custodendoli, con la promessa
che un giorno, magari lontano, si sarebbero avverati.”
Il dolore non può essere cancellato, le ferite non posso
scomparire da un giorno all’altro ma si può dare ad una persona, l’opportunità
di aiutarci a rimetterci in piedi.
Una citazione di Charles Bukowski che amo profondamente,
dice: “ti lasci toccare solo da chi ha l’anima più in fiamme della tua. Gli
permetti anche di toccarti il cuore. Gli permetti tutto.” E Hope, permette a Nate di aiutarla perché nel suo
sguardo ha riconosciuto se stessa.
“Uno sguardo
intenso, ma pieno di angoscia ha incrociato i miei occhi verdi, non di un verde
brillante, di un verde opaco, sbiadito, quasi assonnato e dolorante. Anche il
suo era uno sguardo carico di dolore. Lo
conosco quello sguardo, è il mio. È lo sguardo di chi fugge.”
Prima che potessi rendermene conto, l’affascinate storia
di Benedetta mi si è insinuata nelle ossa fino a lasciarmi senza fiato. Prima
che potessi rendermene conto non c’erano più Nate e Hope, c’ero io, i miei
scheletri e un libro che mi ha travolto.
Ho scritto queste righe con le lacrime agli occhi, le
pupille dilatate e il naso colante.
C’è stata una frase che mi ha riaperto ferite che pensavo
di aver dimenticato.
“I pugni non mi
fanno male, ma continuano incessanti a combattere la loro battaglia. Oggi sono il corpo di qualcun altro a cui
viene inflitta una pena, sono una promessa infranta, un dolore lacerante, una
ferita ancora aperta da cui sgorgano fiumi di sangue.”
Nate è l’UOMO, -perché anche se giovane non lo ritengo un
ragazzo ma un UOMO - che ogni donna vorrebbe al suo fianco. Un uomo che non ti
manca di rispetto, che non si approfitta delle tue debolezze, non ti giudica,
semplicemente sa ascoltare il tuo silenzio e con altrettanto silenzio ti fa
rinascere.
Hope è una guerriera, che ha solo dimenticato come si
lotta e anche se continua farlo ogni giorno, i suoi tormenti di tanto in tanto,
tornano a logorarla.
E.M. Claran disse: “un libro deve frugare nelle ferite,
anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.” Per me, questo romanzo
è stato un pericolo, mi ha provocato ferite che credevo di aver dimenticato e
mi ha fatto ricordare quanto le parole possano smuoverti uragani
incontrollabili nel profondo dell’anima.
Attraverso i POV di entrambi i personaggi, ho potuto
insinuarmi nella mente di due anime distrutte.
L’autrice ha un mondo dentro, un mondo pronto ad
esplodere nell’ esatto momento in cui le sue dita incontrano una tastiera. Ho
percepito ogni singola emozione che ha cercato di trasmettere e l’ho fatta mia.
Le sue parole sono lame, assomigliano a delle rose; bellissime ma pericolose.
Non so cosa quali siano gli elementi vincenti, che
rendono un romanzo famoso.
Non so cosa lo renda tale da scalare le classifiche delle
piattaforme online.
Ma di una cosa sono certa, quest’autrice è per pochi.
Perché poche sono le persone in grado di capire le sue
parole e le sfumature della sua anima.
Io non ho mai avuto modo di parlare con lei, sapevo del
suo libro ma non ho mai avuto modo di leggerlo.
Ora, che mi è stata data l’opportunità, mi rendo conto
del grave errore che ho commesso.
Avrei voluto scrivere una recensione degna delle emozioni
che mi ha suscitato questo romanzo ma più
scrivo, più mi rendo conto che ogni parola non è degna di quello che ho
provato.
Dal profondo del mio cuore, io ci tengo a ringraziare
Benedetta Cipriano per aver condiviso con il mondo una storia così bella.
E infine, voglio concludere con l’ennesima, meraviglio
frase di questo libro:
“Viviamo guerre
interiori ogni giorno e non c’è istante in cui non perdiamo qualcosa, una parte
di noi, ma poi la ritroviamo nuovamente.
La vita è un continuo lutto, è un lottare per vincere, ritrovarsi e poi
correre di nuovo, sperando di poter recuperare la parte smarrita del nostro
essere.”
Cinque, -anche se cinque sono troppo poche- meravigliose
stelle per “Lacrime in collisione”
Alexandra
Avrei potuto inondare l’autrice di domande talmente la
curiosità mi attanagliava. Così, ho tratto un gran sospiro, mi sono seduta
davanti il mio computer e ho cercato di formula dieci domande che potessero dar
modo ad un prossimo lettore di acquistare questo meraviglioso romanzo e
conoscere meglio le sue sfumature.
1.
Quando hai capito di voler scrivere un romanzo?
Cara Alexandra, in realtà non
c’è stato un momento preciso in cui l’ho capito. Posso dirti però che ho sempre
pensato che la scrittura potesse in qualche modo salvarmi la vita. Ho iniziato
a scrivere “Lacrime in collisione” perché sentivo di dover raccontare una
storia, sentivo di dover necessariamente dar voce a due anime fragili che si
erano impossessate dei miei pensieri. Così, in un pomeriggio di primavera ho
acceso il computer, ho aperto il foglio word e ho iniziato scrivendo una sola
parola: Hope. Il nome della mia protagonista. Avrei iniziato così, da quel
nome, da quella coesione di lettere a raccontare il tormento, il dolore, il
rimpianto.
2.
La tua storia, - se compresa- ha un forte
impatto emotivo sul lettore. Durante la stesura del romanzo hai riscontrato difficoltà
nel scriverlo?
Avevo bisogno di raccontare,
di esprime la mia anima in parole attraverso i volti e le personalità dei miei protagonisti,
questo mi ha dato la forza di superare la paura, la difficoltà, il terrore.
Anche se a volte ho temuto di fallire, di non essere in grado di arrivare al
cuore del lettore, la voglia di provare a portare a termine una storia, per me
importantissima, mi ha messa in condizione di superare gli ostacoli, o almeno
di provare a superarmi, lanciandomi senza paracadute in questa avventura.
3.
Anche se per un autore è difficile dover
scegliere una scena preferita, c’è ne una in particolare che hai amato
maggiormente?
Ogni frammento di “Lacrime in
collisione” mi appartiene talmente tanto che sarebbe difficile per me fare una
scelta. Sicuramente, se dovessi scegliere, ti direi che l’arrivo di Warren ( il
padre di Hope) a Boston è una delle mie scene preferite.
4.
Hai delineato due personaggi magnifici, di cui è
impossibile non innamorarsi. Ti sei ispirata a qualcuno o sono frutto della tua
immaginazione?
Questa è la domanda che temo
sempre di più J.
Hope in qualche modo (seppure in maniera totalmente differente) risiede in me.
Nate è il combattente che sarei voluta essere nella vita, è ciò che ogni donna
meriterebbe di avere al proprio fianco, ed è-caratterialmente parlando- molto
simile al mio Nate, mio marito.
5.
Se dovessi descrivere il tuo romanzo con tre
aggettivi, quali sceglieresti?
Posso modificare la tua
domanda descrivendotelo in una sola frase?
“ L’amore che, liberandosi dal
dolore ti salva la vita”.
6.
Il tuo modo di scrivere, riesce a catturare
completamente chiunque ti legga, non mi sarei mai aspettata un talento del
genere,- non perché non credessi nelle tue capacità – semplicemente
nell’ ambiente del self publishing, di rado si riscontrano persone con questo
trasporto per la scrittura. Approcciarti a questo mondo, è stato del tutto
casuale o c’è stato qualcosa che ha scaturito questa passione?
Intanto ti ringrazio per aver
apprezzato il mio stile e la mia storia, tutto questo mi riempie il cuore di
allegria e mi dona la forza e la voglia di continuare a scrivere e a raccontare
nuove storie. La scrittura è da sempre stata il mondo perfetto e ovattato nel
quale ritrovo me stessa. Non ti so dire esattamente quando sia iniziata questa
mia passione, forse, semplicemente è qualcosa che ha sempre fatto di parte di
me. Da quando colmavo i vuoti riempiendo i miei diari di storie, a quando nei
tempi d’italiano al liceo davo libero sfogo alla mia anima.
7.
Hai un autore preferito al quale ti ispiri?
Ho diversi autori
preferiti, ma non mi ispiro a nessuno.
Cerco solo di mettere insieme i miei pensieri e i pensieri dei protagonisti dei
quali racconto J
8.
Ogni persona ha dei sogni nel cassetto da
realizzare, tu sei riuscita a realizzare i tuoi?
Mi piace pensare che io non
abbia ancora realizzato tutti i miei sogni, perché stilisticamente ho ancora
tanto da imparare, ho ancora storie da raccontare e una risma di fogli da
riempire. Quindi, no, non ho realizzato tutti i miei sogni, ma scrivere il mio
primo romanzo è stato un piccolo traguardo, è stato come se improvvisamente fossi
almeno riuscita ad aprire quel cassetto.
9.
So che dentro di te c’è un modo che cerca solo
di venir fuori attraverso le tue parole, stai scrivendo una nuova storia? (Se
la risposta è si, puoi parlarcene?)
Sto scrivendo una nuova
storia, di genere New Adult, ambientata negli Stati Uniti, con due protagonisti
lontanissimi da Nate e Hope, così diversi eppure così simili. Sono consapevole
che sembra che io non mi sia pronunciata, ma diciamo che ciò che sto scrivendo
è ancora del tutto “top secret”, spero solo di riuscire a coinvolgere il
lettore, di fargli respirare “aria nuova” attraverso le mie parole e di fargli compagnia, magari colmando un vuoto,
anche solo per la durata del romanzo ;)
10.
Quest’ultima domanda, è degna del mio “sclero da
fan”. Il tuo libro è un grido di speranza per chi, in questa vita, cerca una
seconda possibilità. Per chi, ogni giorno, lotta con i propri scheletri nell’ armadio.
Se dovessi scrivere una frase di incoraggiamento ai tuoi lettori che, come Nate
e Hope stanno tentando di sopravvivere a questo mondo, cosa scriveresti? (Non
farmi piangere ancora… piangerò sicuramente.)
“Non sei solo. Quella che ti
scorre nelle vene è vita. Sono sicura che puoi ancora sentire la carezza
delicata del vento, il rumore delle onde, il profumo del mare e il suono della
tua meravigliosa risata. Le lacrime strozzate in gola sono il ricordo doloroso
della perdita, ma sono sicura che ogni lacrima che colerà lungo i tuoi zigomi
sarà pronta ad abbandonarti per perdersi nell’ aria. Il tuo cuore pulsa costantemente.
Il tuo battito è il suono rassicurante dell’orologio, che non scandisce il
tempo e le ore, ma genera vita da assaporare, da vivere, da gustare. Respira la
tua vita, non perdere neanche uno di quei battiti e supera il tormento. Puoi
ancora alzarti. Il tuo cuore grida un riscatto muto, e tu non lo senti, non lo
ascolti, perché il rumore sovrasta ogni suono. Ma sappi che dietro tutto quel
frastuono, dietro quel fracasso c’è la tua anima, che in silenzio attende
speranzosa che tu la scopra.”
Grazie per avermi permesso di
rispondere a queste domande e di aver dato spazio alle mie parole su questo
blog meraviglioso.
Grazie Alexandra per ogni tua parola, per questa intervista meravigliosa e per aver messo il tuo cuore su carta. Sapere che Nate e Hope sono riusciti a conquistare una parte del tuo cuore per me è bellissimo. Grazie dal profondo della mia anima.
RispondiEliminaSono in lacrime, ma queste sono le lacrime belle, quelle dovute all'emozione che travolge ogni cosa. Sono troppo felice di averti regalato una storia in grado di sconvolgerti e conquistarti.
Grazie. Grazie. Grazie.
Un abbraccio
Benedetta
Recensione meravigliosa e domande molto interessanti... ovviamente leggendo la risposta all'ultima mi sono commossa! Questo romanzo è veramente una perla rara.
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